mercoledì 18 aprile 2012

la stazione radio

E' stato così che la FM è diventata nei tardi anni '50 e nei primi '60, in quasi tutti i paesi, uno dei canali preferenziali per l'ascolto di musica ad alta fedeltà. Il sintonizzatore (nella immagine a lato un eccellente modello anni '60, il Quad FM1) doveva confrontarsi essenzialmente con il disco LP a 33 giri, allora meno valido di oggi, soprattutto per le carenze nelle registrazioni e nei supporti disponibili, ma anche per la difficoltà e l'estrema onerosità di messa a punto di un front-end valido.
Infatti i componenti a qualità elevata esistevano già, per realizzare un front-end di elevato livello, e lo dimostra il fatto che sono gli stessi ancora usati oggi da molti appassionati, come le testine Ortofon SPU, i giradischi EMT 930 e varianti, Garrard 301 o Thorens TD-124 a puleggia, tutti componenti già disponibili a fine anni '50 ed inizio '60. Erano però componenti professionali (Ortofon, EMT) o comunque di costo molto elevato, alla portata di pochissimi tra i pochi che potevano permettersi un Hi-Fi.
La maggior parte combatteva con giradischi di minore qualità, che soccombevano a confronto di un buon sintonizzatore FM, sia sul lato della praticità sia su quello della fedeltà. E c'è anche da considerare i cataloghi di dischi dell'epoca, meno ricchi e meno diffusi, per comprendere come il sintonizzatore, ora quasi in disuso, fosse un componente centrale per i buoni impianti stereo Hi-Fi.
Questo avveniva in tutti i paesi occidentali, tranne uno, l'Italia, dove la monopolista RAI trasmetteva in stereofonia solo su un canale della filodiffusione (quindi via cavo telefonico, con banda di frequenza ridotta, e fedeltà dubbia) e poi per alcune ore al giorno, con programmi "sperimentali"; una sperimentazione proseguita per anni, forse decenni, fino a che le radio libere, che hanno adottato sin da subito la stereofonia, hanno costretto la RAI ad uscire dal torpore tipico del monopolista ed iniziare le trasmissioni in stereo su tutti i canali.

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