mercoledì 18 aprile 2012

la radio

Nei primi anni le prime due tipologie sono state prevalenti, sia per la mancanza di una alternativa (come è stata la televisione nel secondo dopoguerra) sia per la relativa scarsità di materiale musicale registrato.
L'inizio delle trasmissioni radio al pubblico (Westinghouse, 1920) è stato, per esempio, dedicato ai risultati delle elezioni presidenziali americane di quell'anno, ed era rivolto a non più di un migliaio di apparecchi.
Iniziarono però subito dopo le trasmissioni musicali.

I programmi musicali degli anni tra le due guerre erano costituiti, a differenza di oggi, per buona parte da esecuzioni radio-diffuse, ovvero riprese dal vivo di concerti, anche e di frequente di musica leggera  - per esempio da sale da ballo - e loro diffusione via radio, in diretta, in tempo reale, ad un pubblico evidentemente più vasto. Qualcosa di analogo ai concerti serali tuttora trasmessi da Radio Tre.

I concerti potevano però anche essere registrati e trasmessi in differita o in replica, amplificandone così il potere commerciale. Le registrazioni rimanevano proprietà della radio, la produzione dei concerti era un costo e un investimento. In alternativa però le radio potevano proporre musica per mezzo degli stessi dischi usati per distribuire la musica al grande pubblico. Il costo era ovviamente più basso, quasi nullo, occorreva soltanto definire la gestione dei diritti da pagare a chi aveva registrato e poi stampato in più copie i dischi: le case discografiche. Accordi arrivati nei primi due decenni del secolo XX, prima dei quali le radio per le case discografiche erano un po' come i siti di distribuzione MP3 su Internet degli anni '90.

Dal secondo dopoguerra il disco è diventato la sorgente principale per la proposizione di musica via radio. Potevano essere i dischi in normale vendita (prima a 78 e poi a 33 giri e 1/3) oppure dischi speciali per le radio e per la colonna sonora dei film, di diametro maggiore, circa 44 cm. Di fatto però elemento fondamentale per le radio diventavano le "sale di registrazione", in realtà usate essenzialmente come sale per riproduzione, ed equipaggiate con i mitici giradischi professionali EMT e similari.

La esplosione della importanza della radio per la diffusione della musica è avvenuta con l'avvento delle radio libere, dalla fine degli anni '60, la cui storia è raccontata in una apposita sezione.

Le radio libere, poi diventate semplicemente radio commerciali, si sono trasformate nel tempo in uno strumento di intrattenimento incentrato essenzialmente sulla musica, ed anche, e in parallelo, in un canale di promozione per la vendita di dischi, quindi un supporto indispensabile per la distribuzione.

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